L’ATTACCO DEL CINIPIDE

Riparte la lotta biologica contro il cinipide che sta distruggendo i castagneti lungo i pendii del vulcano di Roccamonfina. Un piccolo insetto che deponendo le proprie uova all’interno delle galle del castagno ne compromette, pesantemente, il raccolto. La lotta chimica contro il cinipide è difficile sia perché le coltivazioni si trovano in piena area del Parco regionale di Roccamonfina sia perché raggiungere le cime degli alberi attraverso i normali sistemi di erogazioni dell’insetticida è arduo. Infatti, gli alberi secolari dei castagneti, raggiungono anche i trenta metri di altezza. Una soluzione, quindi, sarebbe l’impiego di mezzi aerei per irrorare i frutteti. Una ipotesi alla quale si oppongono fortemente gli ambientalisti e lo stesso Ente Parco. L’utilizzo dei pesticidi attraverso velivoli, infatti, arrecherebbe gravi danni ad un ecosistema molto delicato quale quello dell’area del Roccamonfina.

La soluzione praticabile, invece, si trova in natura e si chiama Torymus Sinensis Kamijo, un altro insetto la cui femmina depone le proprie uova nelle galle del cinipide, distruggendo in tal modo larve del parassita. Nei gironi scorsi sono state liberate in una zona del Parco protetta altre numerose coppie di questi insetti «buoni». Il Parco, guidato dall’avvocato Raffaele Aveta, già da qualche anno ha avviato un progetto di lotta biologica al cinipide attraverso il nemico naturale Torymus. Quintali di castagne, fra i migliori in assoluto in Europa, potrebbero andare irrimediabilmente persi.

Ogni anno il vasto territorio compreso fra i comuni di Roccamnonfina, Teano, Marzano Appio, Tora e Piccili, Conca Della Campania, Sessa Aurunca, Mignano Monte Lungo e Caianello è capace di produrre oltre 400 mila quintali di castagne divise in cinque varietà; fra esse spicca la primitiva che è praticamente unica nel panorama internazionale. Numeri capaci di produrre un giro d’affari che sfiora i 50 milioni di euro ogni anno. Migliaia di famiglie e decine di imprese si reggono sulla produzione e il commercio della castagna. Ma il pericolo per la castagna tipica di Roccamonfina deriva anche dall’importazione massiccia di una nuova varietà francese che rispetto alla primitiva locale più grande ma di qualità inferiore. Il vantaggio è che questa varietà francese risulta essere immune agli attacchi del cinipide.

Un pensiero su “L’ATTACCO DEL CINIPIDE

  1. Mastro Verzel

    L’introduzione della varieta’ Bouche de Betizac, sicuramente andra’ ad ‘indebolire’, la tipicita’ del prodotto autoctono, ma salverebbe l’economia locale, nel lungo periodo che l’insetto ‘amico’ andra’ a riequilibrare, quindi e ridurre la presenza del cinipide.
    Un po’ come successe per le viti europee agli inizi del 900, distrutte dalla fillossera. Si dovette ricorrere, e si ricorre, ad un innesto su piede americano (immune alla fillossera) di tutte le varieta’ europee.

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