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Castagna primitiva: eccola che arriva

C’è chi la chiama agostana, ma nella zona di Roccamonfina la chiamiamo castagna primitiva o tempestiva.

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Che cos’ha di tanto speciale la castagna primitiva o tempestiva? Ha di speciale che è la prima dell’anno. La prima che spunta tra foglia e foglia, che fa capolino dal suo riccio, la prima a essere raccolta, a essere trattata, la prima a essere venduta, la prima a finire sulle nostre tavole, dalle ricette più disparate fino a fine pasto.

La castagna primitiva, dunque, è la prima a precedere la maturazione e la raccolta delle svariate tipologie che saranno disponibili nella zona di Roccamonfina e poi, per la vendita, in tutta Italia. Nella primitiva c’è tutta la nostra voglia d’autunno, tutto il nostro romanticismo che profuma di caldarroste e marron glacé, di racconti attorno al fuoco, di pinoli caldi e vin brulé.

Certo, l’estate piace a tutti e, in un certo senso, la maturazione e la racconta della primitiva sono un inequivocabile segno che la bella stagione volge al termine. Ma vediamola in questo modo: ci saranno ancora tantissime belle giornate calde di fronte a noi – altrimenti neppure le altre castagne maturerebbero come si deve – e poi potremo infine gustare il nostro frutto preferito per tutta la durata dell’autunno.

Castagne e tradizione contadina

Le castagne sono un frutto con una storia importante quando parliamo di tradizioni popolari.

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Le castagne, infatti, costituivano un tempo la base dell’alimentazione per le popolazioni contadine delle zone collinari o di montagna – come per esempio la zona di Roccamonfina. Questo accadeva perché – nonostante non esistessero ancora potenti mezzi tecnologici per conservare questo frutto, i contadini erano riusciti a trovare il modo di conservarlo e di utilizzarlo in molte preparazioni.

Proprio qualche settimana fa vi facevamo l’esempio della minestra di castagne, un antico piatto contadino molto gustoso, soprattutto d’inverno, che è giunto fino a noi. Ma non bisogna pensare che non si tratti di una ricetta dal gusto molto raffinato: dove ci sono le castagne parliamo sempre di piatti decisamente delicati e dedicati a palati gourmet.

Uno dei metodi di conservazione per le castagne – in modo che si potessero consumare anche in quei periodi dell’anno è la celebre nzerta. La nzerta consiste in una sorta di collana di castagne che permette un’essiccazione naturale, un po’ come avviene in maniera analoga con peperoncini o pomodori da pendola. A ben guardare, dobbiamo ritenerci fortunati che i contadini di un tempo abbiano valorizzato così tanto le castagne. Che ora giungono fino a noi e possiamo fare tesoro delle consapevolezze culturali del passato.

Castagne d’estate, perché no?

Certo, è sempre meglio consumare la frutta fresca, ma se la vostra passione sono le castagne, ecco cosa potete fare.

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La frutta fresca è buona e fa bene, ma insieme a essa si possono consumare anche le castagne che non sono di stagione al momento – anche se le prime, le nostre care tempestive, saranno raccolte solo nelle prossime settimane. Ma come si fa a consumare le castagne quando non ce ne sono di fresche? In commercio esistono tantissime opzioni.

Intanto, ci sono le castagne secche, che possono essere l’ideale per preparazioni come primi o secondi piatti che prevedano le castagne. Poi ci sono le castagne del prete, spesso presenti in pratiche confezioni, che le rendono uno snack naturale e sano, sempre a portata di mano – e le donne incinte ne saranno felici perché sono una fonte di acido folico.

Poi ci sono le castagne in barattolo, spesso conservate sotto grappa o con altre tipologie di alcolici. Le castagne in barattolo sono l’ideale per decorare i dolci, ma anche per essere consumate a fine pasto o durante un aperitivo dolce e sfizioso. Non dimentichiamo infine la nzerta, la collana di castagne che i nostri nonni usavano per conservare le castagne durante l’anno e che è arrivata felicemente fino ai nostri giorni.