caldarroste
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Caldarroste e vino: un must quando fa freddo
Le caldarroste sono un must dell’inverno, quando fa freddo, e noi le consumiamo con gli amici, vicino al camino con un buon bicchiere di vino. Ma quale vino è meglio abbinare?
La poesia di un camino acceso, gli amici e le caldarroste è infinita e tutti possiamo comprenderla. Non solo abbiamo ricordi del genere, questo tipo di immagini sono nel nostro presente, sono tangibili nelle tante serate che trascorriamo in questo modo. E abbinare le castagne a un bicchiere di vino sembra un gioco da ragazzi, ma non sempre lo è.
Con le caldarroste, è necessario ricorrere a un vino abbastanza corposo, come un rosso Aglianico o un negramaro, un primitivo o anche un Chianti. Se è rimasto, anche un buon novello è la soluzione ottimale - anche se spesso si tende a consumarlo solo a novembre, appena è pronto, e quindi non sempre se ne trova disponibilità.
Naturalmente vanno bene anche i rosati o i bianchi molto corposi, meglio se secchi, ma chiaramente c’è una vecchia ricetta che è ancora meglio, perché contribuisce a riscaldare il corpo e il cuore quando fa freddo. Si prendono mezzo bicchiere vino, una buccia di arancia e una di limone, un fico secco, un cucchiaio di miele e si mescola il tutto, scaldandolo sul fornello. Da provare.
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Caldarroste bianche, una peculiarità siciliana
Le caldarroste sono tutte uguali? Certo che no, ogni regione italiana ha i suoi segreti per la cottura e in Sicilia si possono acquistare le caldarroste bianche dai caldarrostai.
Se siete mai stati in Sicilia in autunno o in inverno, non saranno passate inosservate ai vostri occhi le caldarroste che i solerti caldarrostai preparano a ogni angolo di strada. Queste castagne arrostite presentano un colore bianco, che spesso incuriosisce gli avventori ma che ha in effetti a che fare con i metodi di produzione.
I caldarrostai si avvalgono di bidoni della grandezza di un metro e mezzo e un diametro di 30 centimetri. In cima c’è una base forata sulla quale vengono poste le castagne fresche: a essa è collegato un tubo che fa da tramite con la brace, permettendo così una cottura ottimale. Durante il processo per ottenere le cosiddette caldarroste alla palermitana, i caldarrostai sono soliti gettare del sale grosso nella brace.
Il sale grosso si mescola al vapore che viene emesso dal tubo e quindi colora le castagne in cottura. Non vi deve quindi stupire il colore di queste caldarroste: non dipende né dalla tipologia delle castagne utilizzate né dalla loro qualità, ma si tratta di una vera e propria ricetta tradizionale sicula. Un vero e proprio patrimonio da tramandare ai posteri.
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Castagne per caldarroste, gli utilizzi in cucina
Credevate che le castagne per caldarroste terminassero la propria parabola con la cottura? E invece no. Ecco come realizzare dei piatti assolutamente sorprendenti.
Le castagne per caldarroste non sono buone solo da mangiare nel modo più classico possibile, cioè cotte nella padelle con i buchi e sbucciate quando sono ancora calde. Le castagne per caldarroste, dopo essere state cotte, possono infatti entrare in alcune ricette o comunque preparazioni interessanti - oltre a essere un ingrediente fondamentale in ogni aperitivo autunnale che si rispetti.
Le caldarroste possono infatti fungere da decorazione per diversi dessert, caldi o freddi, al cucchiaio o meno informali, come per esempio le crostate. L’utilizzo può funzionare sia con le caldarroste intere, sia con le caldarroste tritate, come per esempio per l’impasto della base delle crostate o delle cheesecake. Ma anche nell’impasto per la preparazione dei biscotti, il risultato vi stupirà.
Inoltre, le caldarroste possono essere utili per realizzare un contorno simpatico e insolito. A esse vanno aggiunti pinoli, germogli di soia, carote a julienne e magari pomodorini e dell’insalata riccia. Condite con sale, olio evo e, a scelta, aceto balsamico oppure vincotto. Infine, possono essere provate da sole, condite con il solo vincotto, per i secondi a base di carne, in particolare quelli a base di cacciagione.