Il cinipide del castagno e la sua pericolosità hanno a che vedere con il concetto di ecosistema.
L’ecosistema è un ambiente in cui tutte le forme di vita si trovano in equilibrio: niente, in un’ecosistema perfetto, è a rischio estinzione e il mantenimento dell’ecosistema giova al pianeta Terra. Per questa ragione, quando si è in un aeroporto che effettua voli intercontinentali, si saranno notati dei cartelli che invitano a non portare da un continente all’altro animali o piante. Perché è così infatti che il cinipide del castagno è giunto in Europa e quindi in Italia.
Questo parassita, il cinipide, era originario della Cina infatti. Solo in un secondo momento ha trovato la sua “casa” in altre zone dell’Asia, come il Giappone, giungendo negli anni 2000 anche in Europa. Certo, in un mondo globalizzato, ci sembra normale avere uno smartphone disegnato negli USA e assemblato in Cina, delle scarpe realizzate in Spagna e delle lampadine prodotte in Giappone. La globalizzazione può essere una possibilità se significa scambi economici e culturali, mentre è un grosso danno quando inerisce l’ecologia, come in questo caso.
Perché il “viaggio” del cinipide del castagno è un danno: nel nostro ecosistema non c’erano gli adeguati avversari naturali per contrastarlo. Ora si sta provvedendo proprio in tal senso – e in quest’ottica si è anche a buon punto nella lotta al cinipide del castagno. Eppure questo ci insegna una lezione sull’importanza della preservazione del chilometro zero: che non può essere tale se le piante che daranno i nostri frutti non sono autoctone. Viviamo in un mondo profondamente mutato: tutto quello che possiamo fare è tutelare la sanità del nostro cibo.